martedì 26 settembre 2017

RECENSIONE – Questa non è una canzone d’amore di Alessandro Robecchi



Primo libro dedicato al personaggio di Carlo Monterossi, milanese, creatore dello spettacolo trash “Crazy Love”, dove l’amore e tutto quello che ne consegue, odio e tradimento, pace e litigi, bassezze, disgrazie, tragedie e lieti fine, vengono messi in piazza, anzi in tv, al grido di: “Anche questo fa fare l’amore!” Nauseato da se stesso e da quello che è diventata la sua idea, il programma Crazy Love, Carlo Monterossi si è deciso a mollare tutto. Non è piacevole sentirsi dire che si sta arricchendo sulla pelle della povera gente e di altri vip, che si vedono messi a nudo in prima serata. Ma proprio quando ha  scelto di mollare tutto, e pensa di godersi una ritrovata serenità, un killer tenta di ucciderlo in casa sua. Fortunatamente il tizio è un po’ maldestro e il Monterossi riesce a salvarsi. La polizia comincia ad indagare, soprattutto perché il tentato omicidio ha delle analogie con due precedenti uccisioni. Carlo Monterossi non è un uomo che si fidi troppo delle persone se non di se stesso, quindi conduce da sé un’indagine parallela a quella della polizia. Da qui ha inizio un susseguirsi di colpi di scena, di indagini con l’apparire di personaggi alquanto improbabili che rendono la lettura piacevole e scorrevole fino all’ultima pagina, a tratti anche divertente, soprattutto grazie alle ciniche battute che l’autore mette sulla bocca del protagonista. Che è proprio così: un cinico, bastardo, ma in fondo in fondo, ha un animo buono. Tra gli altri personaggi risaltano due killer filosofi, la presentatrice famosa ma non proprio intelligente, una coppia di zingari in cerca di vendetta e un gruppo di fanatici nazisti. Nelle indagini Carlo è aiutato dall’amico giornalista Oscar e dalla portiera-cameriera santificata alla Madonna di Medjugorje. Robecchi ci sa fare e crea un personaggio che dovrebbe essere sopra le righe, ma è cinico e geniale e soprattutto divertente. I suoi monologhi personali, anche se parlano di etica, di strada, del sensazionalismo del mondo odierno e dello sbattere in prima pagina il dolore, sono anche divertenti e proprio per questo vanno a segno. A fare da contorno alla storia è la città di Milano, con la sua realtà fatta anche di un hinterland popolato da gente non proprio per bene e non solo dai salotti della Milano da Bere. Bella anche la trama gialla che non viene trascurata, né messa in secondo piano, anzi, fa parte integrante della storia e si lega perfettamente al personaggio di Carlo Monterossi. Voto: 7,5

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