Siamo nel 1922. Presso il
Tribunale della Corte di Assise di Roma, si sta svolgendo il processo ad
Ignacio Mesones, unico imputato per l’omicidio di sua moglie, Bice Simonetti,
il cui corpo fu rinvenuto sul Lungotevere Marzio in una gelida mattina del
febbraio del 1918. É morta con un colpo di pistola sparatole alla tempia. Il
Mesones è accusato di aver simulato un suicidio. Tutto sembra piuttosto
semplice: l’arma è stata ritrovata e il colpevole anche, non fosse che il
Mesones, all’epoca dei fatti, era già completamente cieco. La storia si divide
tra tribunale e redazioni dei giornali. Avvocati della difesa contro Pubblici
Ministeri, cronisti di vecchia data e giovani cronisti d’assalto. Verrà
ricostruita tutta la vicenda tramite le varie e contraddittorie testimonianze,
le svariate perizie dei medici, le audizioni dei complici o presunti tali, in
un Italia del primo dopoguerra con i primi accenni di quello che sarà il
fascismo. L’Italia dei governi deboli, degli scontri di piazza, dei primi
vagiti del femminismo. L’autore racconta il crimine come un fatto di cronaca,
probabilmente avvezzo a ciò, visto il suo esser stato per tanti anni cronista
de “Il Messaggero”. La scrittura risulta secca e lineare e ha il merito di
tenere il lettore attento sul fatto di cronaca, tra l’altro realmente avvenuto.
Il caso è difficile e una soluzione lontana, non fosse che all’orizzonte di chi
ne parla si profilano strani personaggi e lettere di minacce nemmeno tanto
velate. Qualcuno vuole per forza che il Mesones paghi per un omicidio che forse
non ha commesso, o forse non ha commesso da solo. Il protagonista principale è
Diego, giovane cronista de “Il Giornale d’Italia” che prova a scoprire la
verità, forse scomoda, aiutato da Caterina, futura psicologa, femminista di
prima mano, impegnata a dimostrare che il Mesones era incapace di intendere e
di volere, dovuto alla sua condizione psico-fisica. Diego è sfacciato e
sfrontato al punto giusto, proprio come dovrebbe essere un cronista. Vuole la
verità assoluta e nonostante le minacce tende ad andare avanti per la sua
strada. La storia sembra essere confusa, soprattutto per la moltitudine dei
personaggi, ma l’autore riesce a sciogliere bene i fili che legano la matassa e
a costruire una trama basata su ogni piccolo dettaglio, ogni loro parola. La sua
scrittura risulta scorrevole e i personaggi ben caratterizzati, e riesce a
mantenere, tramite loro, dubbi, incertezze e una giusta suspense. Voto: 7,5
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