mercoledì 27 settembre 2017

RECENSIONE – La lista di Lisette di Susan Vreeland



Parigi, 1937. Lisette ed André si sposano giovanissimi. Entrambi lavorano con piacere in una galleria d’arte, ma quasi alla soglia del conflitto mondiale sono costretti, a malincuore, soprattutto per Lisette, a trasferirsi nel paese natale di André, Rousillon, in Provenza, per prendersi cura di Pascal, il nonno di quest’ultimo. Non si poteva fare altrimenti, André era stato cresciuto dallo stesso Pascal e gli doveva almeno la sua vicinanza in un momento di bisogno. Ma Lisette prende proprio male il trasferimento, soprattutto perché stava per ottenere il lavoro dei suoi sogni. Nemmeno Maurice, il conducente della corriera del paese, vero Provenzale, riesce a strapparle un sorriso e scoprire che Pascal non sta poi così male la fa infuriare ancora di più. Lisette deve comunque sopportare per amore di André. Ma Pascal, all’interno della sua casa,  mostra loro il motivo della loro venuta a Rousillon. Sette quadri appesi alle pareti che raffigurano montagne, casolari, campi, fanciulle e nature morte. Sette quadri che Lisette, grazie agli insegnamenti dell’amico Maxime, riesce a capire che sono dei veri capolavori di artisti molto importanti. Mentre incomincia a muovere i primi passi a Rousillon, Pascal le racconta della sua vita parigina, di quando conosceva i grandi pittori, come Pizarro e Cezanne, e che qualcuno di loro, per pagare le sue bellissime cornici, lo saldava in quadri. Quadri molto preziosi che sono quelli ancora in suo possesso e sono la sua stessa vita. Dopo avergli raccontato tutta la sua vita e la storia di ogni quadro Pascal muore come se avesse assolto tutti i suoi doveri. Ma non sarà il solo ad andarsene, la guerra incombe ed André, insieme al suo vecchio amico parigino Maxime, partono per il fronte. Prima di partire André nasconde i quadri di Pascal senza rivelare dove sono a Lisette perché quei quadri potrebbero costituire per lei un pericolo. La ricerca dei quadri diventerà per Lisette una sorta di caccia al tesoro che l’aiuterà a sopportare l’assenza di André e il doversi adattare alle mancanze che una guerra può portare. Vivrà con la paura di ricevere sempre notizie dal fronte, finché un giorno le riceverà per davvero. André è morto in battaglia e Maxime risulta disperso e lei è sola in un posto dove non vuole essere. Sogna Parigi che ora è occupata dai tedeschi, la brama. Ma è costretta a reinventarsi di fronte alle esigenze e alla mancanza di denaro. Grazie all’aiuto di Maurice e della moglie riesce in qualche modo a sopravvivere al lutto e alla fame. Sempre grazie a Maurice riuscirà a conoscere Chagall e sua moglie Bella, che le regaleranno un quadro con una capra, che le ricorderà la sua. Riuscirà ad emancipare le donne del paese e a farle entrare in un bar, perché anche loro hanno bisogno di sentire il giornale radio come gli uomini. Capirà che non tutti quelli che sembrano essere cattivi lo sono per davvero. E grazie a Maxime ritornato dalla guerra, dopo una durissima prigionia, riuscirà di nuovo ad imparare ad amare. Bellissima storia dove l’arte la fa da padrona. Romanzo di crescita e speranza di amicizia e voglia di vivere. É un romanzo, che nonostante racconti la guerra, rimane venato di ottimismo e romanticismo. In alcune parti  risulta essere molto commovente e coinvolgente. L’autrice oltre a lasciarci una bellissima storia, ci racconta la maestria dell’arte pittorica, dei cavatori di ocra di Rousillon, di come venivano creati i colori che tutti i maestri pittori utilizzavano per creare le loro tele, ma soprattutto ci racconta la bellissima storia della vita di Lisette, che riuscirà a diventare finalmente una vera provenzale e una vera rousillonnese. Voto: 8

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