Un altro capitolo della saga del Male di Cormac McCarthy,
stavolta in forma di soggetto cinematografico sceneggiato, in omaggio a Tony
Scott, per un film diretto dal fratello Ridley Scott (con un cast d'eccezione,
da Michael Fassbender a Brad Pitt da Penélope Cruz ad Javier Bardem a Cameron
Diaz, che arriverà a gennaio nei nostri cinema).
Logicamente non è un libro, ma una sceneggiatura, quindi lo
scritto non sempre fa capire fino in fondo quello che si dice. Ci si sofferma
molto più sulla spiegazione dei paesaggi come dovrebbero essere nel film, le
pose delle persone. E’ scritto a forma di dialogo con le battute che dovrebbero
essere quello del film stesso.
Gli episodi restano distaccati tra di loro, ma non troppo,
non da non farci capire la trama del libro.
La vittima, il protagonista è “il procuratore” del titolo, un
uomo capace di sedurre donne e fortuna, ma inetto e con poco coraggio, anche se
ciò non gli permette di fuggire alla
cieca ambizione e dall’avidità. Eppure il suo socio in affari sporchi, Westray,
con modi da filosofo cerca di metterlo in guardia sulla strada che vuole
intraprendere e che dovrà percorrere poi, fino in fondo. Un affare multimilionario
di spaccio di droga.
L’affare andrà in fumo per un sfortunata coincidenza e per
uno strano collegamento. Il procuratore diventerà sospetto agli occhi della
gente con cui è in affari, che di “quelle coincidenze hanno sentito parlare ma
non ne hanno mai vista una”, come gli suggerisce Westray.
Così scatterà un meccanismo infernale che stritolerà vite e
morti, speranze e peccati portando al centro del palco il vero protagonista,
Malkina, una donna cacciatrice, che ama la caccia e i suoi due ghepardi, che
sguinzaglia a caccia di conigli. Una dark lady dura e tosta a cui McCarthy
concede l’onore di chiudere la narrazione con un monologo degno di un eroe
antico e puro.
Voto: 7
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