martedì 31 dicembre 2013

RECENSIONE - VITA E AVVENTURE DI SYLVIA SCARLETT di COMPTON MacKENZIE

Il romanzo in questione è stato scritto da Compton MacKenzie nel 1918. Siamo alla fine dell'Ottocento, inizi del 1900. Sylvia Scarltett è una ragazza molto spregiudicata per quell'epoca. Concreta, atea, irregolare, libera, che sulla cattiva strada, quella considerata da lei "la più divertente", ci si mette da sola, al seguito dell'adorato (ma non troppo!) e mascalzonesco padre, in fuga dalla Francia, dopo averne combinate di cotte e di crude, verso l'Inghilterra sua patria natia.
Una Sylvia dodicenne arriva così in Inghilterra, che le sembra l'altra parte del mondo, ed è costretta dal padre e da un suo losco conoscente a travestirsi da uomo e a cambiare il suo nome in Sylvester, e cognome da Snow (quello vero) a Scarlett. Rimarrà costretta nei vestiti di un ragazzo finché questi non cominceranno a starle e stretti (nel vero senso della parola) e a diventare troppo logori.
Riprenderà le sue fattezze e a tredici anni si imbarcherà insieme a suo padre, all'amante di lui, ed al solito mascalzone al seguito di piccoli spettacoli di varietà, che altro non servono a coprire imbrogli e truffe, recuperando in status e denaro fino a che Sylvia non diventerà una vera attrice.
Sylvia avrà un solo amore nella sua vita, anche se si sposerà una volta molto giovane a 17 anni con Philip Irendale, ma capirà subito che quella vita, la vita che le vuole costruire addosso Philip non è la sua e un giorno se ne andrà di casa per non tornarne mai più. Preferisce la vita fatta di stenti e di piccoli spettacoli di varietà, di piccole parti in teatri sconosciuti, piuttosto che dipendere da qualcuno.
Si innamorerà di un solo uomo nella sua vita, Michael Fane, che preferirà a lei la sua compagna di stanza Lily, una sciocca e frivola ballerina di varietà che lo lascerà a pochi giorni dal matrimonio. Ma il rifiuto subìto da Sylvia, farà sì che lo rifiuti per sempre... (forse!).
Saranno pochi quelli che riusciranno ad aprire una breccia nel cuore di Sylvia e ad avere una parte attiva nella sua vita. Mrs. Gainsbrough, la "compagna" del capitano, che la seguirà in tutti i suoi più strambi viaggi, fino in Oriente. Olivia Fanshawe e Jack Airdale, suoi fidati amici, gli unici che le saranno in qualche modo sempre vicini, e Arthur Madden, l'uomo che alla fine decide di sposare dopo tanti rimuginii e ripensamenti, dopo tanto aspettare il successo, che finalmente arriva, dopo che la voglia di famiglia  finalmente giunge alla sua porta, lui la tradisce sposando un'altra e lasciandola sola e amareggiata per le scelte di vita fatte in gioventù.
E' l'amore l'ingrediente che fa esplodere l'allegro equilibrio e la libertà della vita di Sylvia, che fa virare la storia verso le lacrime, che la spinge ad una fuga continua, che svela la filosofia anti-sentimentale dell'autore, in un turbinio di incontri, di rovesciamenti di fronti, e di alleanze e successi, ed insuccessi della sua eroina.
Disegna un'età vittoriana divertita e divertente, carnale e impudica, molto diversa da quella tradizionale, e lui, si diverte a criticare, con le parole di Sylvia, le espressioni di un pensiero liberale, la critica verso l'istituzione matrimoniale, l'aspirazione ad una vita libera da legami e senza paura dell'aldilà, perdendosi ogni tanto, però, tra troppi fili narrativi, troppe storie, troppi nuovi inizi, a rischio di stancare con mille un'avventura i lettori impazienti.
La storia della nostra eroina non finisce con il libro in questione, che ci lascia con un finale con l'amaro in bocca. Avrà un seguito... "Sylvia e Michael" uscito nel 1919... riuscirò mai a trovarlo?
Voto: 7+

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