lunedì 1 dicembre 2014

RECENSIONE – LO HOBBIT di J. R. R. Tolkien



Se pensate ai film di Jackson prendendo in mano questo volumetto, vi avviso che state leggendo qualcosa di completamente diverso. Quindi se cercate le mirabolanti avventure narrate nei film, questo non è il libro giusto. Lo lessi per la prima volta a quattordici anni; me lo ricordavo molto diverso. Letto oggi è un altro libro. A differenza de “Il Signore degli Anelli”, “Lo Hobbit” è una storiellina carina, qualche volta divertente, ma certamente non un grossissimo capolavoro. Il protagonista è Bilbo Baggins, un hobbit della Contea. In un normalissimo giorno nella Contea, Gandalf lo Stregone, si presenta alla porta di casa Baggins. Lui è un vecchio amico di un suo zio dalla parte dei Tuc. Gli chiede di partecipare ad un’avventura, ma come ci verrà spesso ricordato, gli hobbit sono tipini molto casalinghi a cui non piace proprio spostarsi dalla loro comoda casetta, anzi è visto come una cosa da pazzi. Quindi, anche Bilbo che non è proprio avvezzo alle avventure, anche se tra i suoi parenti qualche scellerato vi è stato, rifiuta decisamente la proposta di Gandalf. Ma Gandalf, in qualche modo oscuro, sa che Bilbo è la persona giusta per completare la compagnia di nani guidata da Thorin Scudo di Quercia. Decide quindi per lui, lasciando un segno sulla sua porta di casa, in modo che i nani possano comunque trovarlo. Dopo una traumatizzante serata con un’orda di nani, che mangiano tutto ciò che lo hobbit ha in dispensa, Bilbo decide di entrare nella compagnia iniziando il viaggio che sarà denso di pericolose avventure. Lo scopo del viaggio è quello di recuperare il tesoro dei nani rubato molto tempo addietro dal drago Smaug e quindi uccidere lo stesso, terribile drago. “Lo Hobbit” è molto diverso da “Il Signore degli Anelli”, ed è quasi una favola per ragazzi, anche per il linguaggio semplicistico utilizzato e per la poca caratterizzazione dei personaggi e il fatto di essere stereotipati (lo hobbit è un pantofolaio, i nani mangiano tanto, sono avidi e anche poco coraggiosi, gli stregoni sono misteriosi e sfuggenti). Comunque rimane una lettura piacevole, soprattutto per chi volesse avventurarsi, con calma, nel mondo tolkeniano. Voto: 6,5

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