Se pensate ai film di Jackson
prendendo in mano questo volumetto, vi avviso che state leggendo qualcosa di
completamente diverso. Quindi se cercate le mirabolanti avventure narrate nei
film, questo non è il libro giusto. Lo lessi per la prima volta a quattordici
anni; me lo ricordavo molto diverso. Letto oggi è un altro libro. A differenza
de “Il Signore degli Anelli”, “Lo Hobbit” è una storiellina carina, qualche
volta divertente, ma certamente non un grossissimo capolavoro. Il protagonista
è Bilbo Baggins, un hobbit della Contea. In un normalissimo giorno nella Contea,
Gandalf lo Stregone, si presenta alla porta di casa Baggins. Lui è un vecchio
amico di un suo zio dalla parte dei Tuc. Gli chiede di partecipare ad un’avventura,
ma come ci verrà spesso ricordato, gli hobbit sono tipini molto casalinghi a cui
non piace proprio spostarsi dalla loro comoda casetta, anzi è visto come una
cosa da pazzi. Quindi, anche Bilbo che non è proprio avvezzo alle avventure,
anche se tra i suoi parenti qualche scellerato vi è stato, rifiuta decisamente
la proposta di Gandalf. Ma Gandalf, in qualche modo oscuro, sa che Bilbo è la
persona giusta per completare la compagnia di nani guidata da Thorin Scudo di
Quercia. Decide quindi per lui, lasciando un segno sulla sua porta di casa, in
modo che i nani possano comunque trovarlo. Dopo una traumatizzante serata con
un’orda di nani, che mangiano tutto ciò che lo hobbit ha in dispensa, Bilbo
decide di entrare nella compagnia iniziando il viaggio che sarà denso di
pericolose avventure. Lo scopo del viaggio è quello di recuperare il tesoro dei
nani rubato molto tempo addietro dal drago Smaug e quindi uccidere lo stesso,
terribile drago. “Lo Hobbit” è molto diverso da “Il Signore degli Anelli”, ed è
quasi una favola per ragazzi, anche per il linguaggio semplicistico utilizzato e
per la poca caratterizzazione dei personaggi e il fatto di essere stereotipati
(lo hobbit è un pantofolaio, i nani mangiano tanto, sono avidi e anche poco
coraggiosi, gli stregoni sono misteriosi e sfuggenti). Comunque rimane una
lettura piacevole, soprattutto per chi volesse avventurarsi, con calma, nel
mondo tolkeniano. Voto: 6,5
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