martedì 12 luglio 2016

RECENSIONE – The invasion of the Tearling di Erika Johanssen



Lessi il primo libro “The Queen of the Tearling” con la speranza che fosse qualcosa di buono, visto il costo, dovuto anche ad una presentazione molto “artistica” del libro. Forgiato come un libro antico, con carta alquanto pregiata e corredato di illustrazioni in capo ad ogni capitolo e altre nel mezzo della storia. Il primo non mi fece molta impressione, anzi … credo di avergli dato un tiepido 6, aspettando il secondo volume per valutare meglio. In effetti molti cambiamenti, e in meglio, ci sono stati. Il secondo volume, come l’altro, è sempre ben presentato, nella stessa forma del primo volume: stessa carta, altre illustrazioni. La storia riprende dove l’avevamo lasciata. Kelsea Glynn (ha rinunciato all’infausto nome dei Raleygh) è la Regina del Tearling e sta cercando di cambiare il suo regno in meglio. Ma dopo la sua decisione di non inviare più schiavi nel Mortmesne come tributo, si ritrova l’esercito della Regina Rossa alle porte di casa e tantissimi problemi da risolvere. Kelsea deve trovare una soluzione e anche in fretta, per evitare che il suo regno venga distrutto per un suo “capriccio”. Al suo fianco ha sempre Mazza Chiodata, fido scudiero, quasi un padre e Pen, guardia del corpo ed ora anche amante. Ma la parte “forte” di questo capitolo è l’introduzione di un nuovo personaggio Lily. Kelsea inizia ad avere delle strane “trance” dove si assenta dal suo presente e sprofonda nel corpo di una donna prima del Passaggio. Questa donna si chiama Lily. Vive negli Stati Uniti nel 2058, prima del Passaggio e della creazione del Nuovo Mondo. E’ una donna fortunata perché vive nella parte dei ricchi, protetta da un muro ed in tutta sicurezza. I poveri sono lasciati allo sbando, abbandonati a se stessi. Ma è davvero così fortunata come sembra? Ha tutto nella vita, soldi, una casa sicura, un autista/guardia del corpo, un marito devoto. Ma non è proprio così. Lily vive nella paura, l’uomo che ha sposato non è quello che le sembrava  quando lo ha conosciuto, ed oltre al peso che si porta sul cuore, è prigioniera di un matrimonio, dove l’amore ha lasciato il posto alla violenza. Suo marito Greg è un uomo frustrato e scarica la sua impotenza e la sua rabbia su di lei. Se le cose non vanno come vuole la riempie di botte e le usa violenza, la sminuisce ogni volta perché non riesce a dargli un figlio. Ma anche questo è un segreto che Lily si porta dentro. Lily ha un chip in un braccio, tramite il quale suo marito e gli apparati governativi possono controllare i suoi spostamenti, ma qualcuno l’aiuterà a prendere coraggio e ad opporsi a Greg. Avrà anche la forza di credere in un mondo migliore? Gli stati di trance di Kelsea, forse dovuti agli zaffiri, ci fanno effettivamente conoscere come è avvenuto il Passaggio ed il personaggio di William Tear. Abbiamo l’opportunità di vedere come era il mondo prima del Passaggio e capire il perché un manipolo di uomini abbia pensato di rinunciare a tutto, (tecnologie, medicinali, macchinari e altro) e tornare ad un quasi medioevo. Diventa così un romanzo distopico, che si svolge in due piani temporali. Passato e presente, che noi forse, vediamo in modo diverso. Contrapponiamo il mondo di Lily futuristico e tecnologico, con quello di Kelsea arretrato e, sbagliando, saremo portate a confondere il passato con il presente, rovesciandoli. Conosceremo anche meglio la Regina Rossa, scopriremo che ha dei legami con Kelsea e con la sua famiglia e scopriremo qualcosa di più sull’essere che l’ha in pugno. Se il primo libro mi aveva stupito per la sua “pochezza” e le molte domande lasciate in sospeso, questo secondo volume, oltre alla crescita dei personaggi, soprattutto quello della Regina del Tearling, mi fa ben sperare per un terzo libro molto buono. E’ difficile  che un secondo libro sia migliore del primo, dove di solito si sparano parecchie cartucce per impressionare il lettore e spingerlo ad andare avanti, ma questo lo è e di molto. La Johanssen, rischiando, ha sparato molte delle cartucce in questo secondo volume, facendoci comprendere qualcosa in più della storia che sta tessendo, che risulta finalmente piacevole  con l’alternarsi delle voci di Kelsea e Lily, ben strutturate. Una trama coinvolgente che finalmente desta tutta la nostra attenzione; ben scritta e ben articolata in ogni sua sfumatura, compreso il colpo di scena finale. Oltre al personaggio di Kelsea, molto ben caratterizzati quelli di Mazza Chiodata, Pen, Fetch e la bellissima sorpresa di padre Tyler. L’autrice è stata bravissima a farci scoprire alcune cose e a lasciarne altre in sospeso. E’ finalmente diventato un romanzo che appassiona, tra battaglie, magia, intrighi e colpi di scena, in un viaggio verso l’ignoto contenuto tra le pagine. Voto: 7,5 – Voto al nome Kelsea: 1 (continua a non piacermi).

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