lunedì 11 luglio 2016

RECENSIONE – La custode del miele e delle api di Cristina Caboni



Secondo romanzo di questa autrice che di mestiere fa l’apicultrice e di questo parla anche questo libro. Angelica  Senes è una giovane biologa che lavora con le api con cui instaura un rapporto molto particolare. Sembra che riesca a parlarci e a capirle nei loro bisogni. Per questo il suo lavoro è molto richiesto in tutto il mondo. A lei questo va più che bene perché in nessun luogo si sente a casa. I suoi soli compagni sono un vecchio camper che si tiene su per miracolo, un grosso cane di nome Lorenzo e una piccola gatta. Ma proprio la sua capacità di gestire un apiario la riporterà a casa, in Sardegna. Questo ritorno a casa scatenerà una serie di ricordi che ci riporteranno nell’infanzia di Angelica e a scoprire il motivo per cui ha lasciato la Sardegna. Nell’arco della storia ci immergeremo nei paesaggi di una Sardegna nascosta, non quella vissuta dai turisti; una Sardegna che rischia di essere messa in vendita, ma che merita rispetto del suo ambiente e delle sue tradizioni secolari, che consistono nel sapere tramandato di generazione in generazione. Mentre è in viaggio per ritornare a “casa” Angelica ripensa a Margherita, quella che le ha fatto effettivamente da madre, mentre la sua si assentava per giorni interi. Margherita è stata la persona che le ha insegnato tutto quello che sa sulle api, che lei chiamava Jaja e che le ha dato tutto l’amore di una madre, fino a che la sua, quella vera di madre, non l’ha strappata dai suoi luoghi di nascita per portarla a Roma, e condurre un’esistenza diversa. Angelica è ancora arrabbiata con sua madre per averla portata via, figuriamoci ora che ha scoperto il suo segreto. Margherita è morta ora (lei sapeva lo fosse da tempo) e le ha lasciato in eredità tutto il suo podere, compreso l’apiario. I suoi parenti ci avevano già messo su le mani finché lei non è arrivata sull’isola. Volevano vendere tutto e ricavarci dei soldi, ma il suo arrivo sconvolge i loro piani. Minacciata con varie scritte ignobili e con tentativi di sabotaggio, Angelica, nonostante la paura,  procede per la sua strada, aiutata dalle vicine e amiche di Margherita, da qualche vecchia compagna di scuola, e dal suo amore di gioventù, che incontra dopo svariati anni. Dopo svariati colpi di scena, il lieto fine è assicurato, ma nonostante il finale scontato, è stato molto bello imparare, dalle note lasciate all’inizio di ogni capitolo, le diverse varietà di miele, le loro composizioni, e i fiori da cui provengono. In più i luoghi sono descritti benissimo tanto da sembrare così magici che ti fanno comprendere quanto la persona che ne parla sia innamorata di loro. Voto: 7

Nessun commento:

Posta un commento