Secondo romanzo di questa autrice
che di mestiere fa l’apicultrice e di questo parla anche questo libro.
Angelica Senes è una giovane biologa che
lavora con le api con cui instaura un rapporto molto particolare. Sembra che
riesca a parlarci e a capirle nei loro bisogni. Per questo il suo lavoro è
molto richiesto in tutto il mondo. A lei questo va più che bene perché in
nessun luogo si sente a casa. I suoi soli compagni sono un vecchio camper che
si tiene su per miracolo, un grosso cane di nome Lorenzo e una piccola gatta.
Ma proprio la sua capacità di gestire un apiario la riporterà a casa, in
Sardegna. Questo ritorno a casa scatenerà una serie di ricordi che ci
riporteranno nell’infanzia di Angelica e a scoprire il motivo per cui ha
lasciato la Sardegna. Nell’arco della storia ci immergeremo nei paesaggi di una
Sardegna nascosta, non quella vissuta dai turisti; una Sardegna che rischia di
essere messa in vendita, ma che merita rispetto del suo ambiente e delle sue
tradizioni secolari, che consistono nel sapere tramandato di generazione in
generazione. Mentre è in viaggio per ritornare a “casa” Angelica ripensa a
Margherita, quella che le ha fatto effettivamente da madre, mentre la sua si
assentava per giorni interi. Margherita è stata la persona che le ha insegnato
tutto quello che sa sulle api, che lei chiamava Jaja e che le ha dato tutto
l’amore di una madre, fino a che la sua, quella vera di madre, non l’ha
strappata dai suoi luoghi di nascita per portarla a Roma, e condurre
un’esistenza diversa. Angelica è ancora arrabbiata con sua madre per averla
portata via, figuriamoci ora che ha scoperto il suo segreto. Margherita è morta
ora (lei sapeva lo fosse da tempo) e le ha lasciato in eredità tutto il suo
podere, compreso l’apiario. I suoi parenti ci avevano già messo su le mani
finché lei non è arrivata sull’isola. Volevano vendere tutto e ricavarci dei
soldi, ma il suo arrivo sconvolge i loro piani. Minacciata con varie scritte
ignobili e con tentativi di sabotaggio, Angelica, nonostante la paura, procede per la sua strada, aiutata dalle
vicine e amiche di Margherita, da qualche vecchia compagna di scuola, e dal suo
amore di gioventù, che incontra dopo svariati anni. Dopo svariati colpi di
scena, il lieto fine è assicurato, ma nonostante il finale scontato, è stato
molto bello imparare, dalle note lasciate all’inizio di ogni capitolo, le
diverse varietà di miele, le loro composizioni, e i fiori da cui provengono. In
più i luoghi sono descritti benissimo tanto da sembrare così magici che ti
fanno comprendere quanto la persona che ne parla sia innamorata di loro. Voto:
7
Nessun commento:
Posta un commento