giovedì 14 luglio 2016

RECENSIONE – Scrivere è un mestiere pericoloso di Alice Basso



Io adoro Vani Sarca. Mi permettete di iniziare così la mia recensione? Se non lo fate è uguale … la mia sta diventando quasi una sorta di venerazione. Il primo romanzo l’ho comprato quasi per sbaglio (è stato il lunghissimo titolo ad attirarmi) … per il secondo non c’è stato nessun errore di acquisto. Anzi! Lo aspettavo con ansia, leccandomi i baffi appena ho saputo della sua uscita, quasi fosse un piatto di lasagna, o un gelato al cioccolato. E già della prima pagina, con il prologo sul peso della carta, e sulla sua libreria che a momenti scoppia (mi ha fatto pensare immediatamente alla mia), l’ho amata ancora di più. Avevamo lasciato la nostra Vani alle prese con il Commissario Berganza e la sua proposta di collaborazione con la Polizia e Riccardo Randi diventato il suo ex fidanzato. La ritroviamo ufficialmente consulente esterno della Polizia con Berganza come capo, che è convinto delle sue qualità di entrare nella testa delle persone, e anche e ancora gosthwriter della Casa Editrice L’Erica. Enrico, il suo capo, ha una grandissima idea. Le  “impone” un nuovo lavoro, come fosse una punizione per l’aumento di salario che deve sborsare. Vani dovrà scrivere un libro che sia insieme un memoriale di vita e un libro di cucina dedicato ad Irma Envrin, la cuoca da più di sessant’anni della famiglia dei Giay Marin, una delle più importanti e delle più in vista di Torino e fondatrice e proprietaria della omonima casa di moda, salita alla ribalta della cronaca nera, anni e anni prima per l’omicidio di uno dei rampolli. Nel raccogliere le memorie di questa anziana signora, che le sta subito simpatica perché tagliente, e irriverente proprio come lei  (tanto che si immagina come lei da vecchia), Vani viene a conoscenza di una verità diversa su quello che viene considerato come “il fatto”, l’omicidio del rampollo di casa.  Con l’aiuto del Commissario Berganza tenterà di risolvere il caso e in cambio riceverà aiuto per qualche lezione di cucina, visto che lei va avanti solo a birra a scura e patatine al formaggio e non è certo in grado di scrivere un libro di ricette tradizionali. Cercherà di sopravvivere ai pranzi di famiglia e al suo ex Riccardo Randi, che non si arrende. Sarà costretta anche a frequentare lezioni di difesa personale, di tiro e ad indossare un vestito di alta moda, lei che è una dark convinta e gira sempre con un logoro impermeabile nero, lasciando stupefatti sia il Commissario Berganza che il suo ex Riccardo Randi. Ritroveremo con piacere Morgana, la nemesi adolescente di Vani, alle prese con Ema e la sua band musicale, a cui si aggiungerà Ivano, nuovo personaggio che spero ancora di incontrare. Il romanzo è ben scritto e scorrevole, pieno dell’ironico cinismo con cui Vani nasconde la sua vera se stessa. Non è sicuramente un libro che rimarrà negli annali della letteratura italiana, ma è ironico al punto giusto e ricco di citazioni letterarie. E’ una storia che non si limita al mistero giallo, anzi questo passa quasi in secondo piano, e ci racconta soprattutto le tante sfaccettature della nostra eroina, che non ci annoiano per nulla e sono spassosissime. Alice Basso è riuscita a far entrare Vani nel cuore di molti lettori, innamorati soprattutto della sua ironia, della sua sagacia e della sua irritabilità e delle sue perle di saggezza, con semplicità di linguaggio, originalità, con personaggi ben caratterizzati e una trama avvincente, divertente e ben strutturata. Voto: 8

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