venerdì 29 luglio 2016

RECENSIONE – Una famiglia quasi perfetta di Jane Shemilt



Bristol, Inghilterra – 2009. In una sera qualunque, in una famiglia qualunque, la giornata termina non proprio in maniera qualunque. La famiglia Malcom composta da Jenny e Ted entrambi medici, e dai loro tre figli, i gemelli Ed e Theo e dalla figlia Noemi, si ritrova a dover fronteggiare una tragedia. La scomparsa proprio del membro più piccolo della famiglia, la quindicenne Naomi. I due coniugi sono entrambi sovraccaricati dal lavoro, mentre i loro figli crescono, cercano di non trascurare nulla, ma non tutto si può tenere sotto controllo. L’adolescenza rende tutto più difficile, i rapporti tendono a complicarsi, e tante volte determinati segnali vengono sottovalutati e gli si dà scarsa importanza. L’autrice, lavorando su due piani temporali, ci porta alla scoperta della famiglia Malcom, che apparentemente sembra perfetta. All’interno invece scopriremo i segreti che ognuno di loro tiene nascosti dietro le mura domestiche. Il libro è tutto dal punto di vista di Jenny Malcom , che sembrerebbe l’unica a non avere qualcosa da nascondere, ma anche l’unica a cui gli altri componenti della famiglia tendono a dare delle colpe non sue. Il castello da favola che Jenny pensava con soddisfazione di aver costruito con la sua famiglia, crolla alla prima grossa folata di vento. Naomi scompare nel nulla. Rapita o uccisa, nessuno lo sa, quel che è certo che ogni membro della famiglia avrà un modo diverso di reazione. Scavando nella vita di Naomi, nelle sue frequentazioni, Ted e Jenny, con l’aiuto di Michael sovrintendente della polizia, scoprono che la figlia non era proprio quella che loro immaginavano fosse. Tutta la famiglia verrà sezionata, anche l’aspetto più marginale verrà esaminato e la loro intera esistenza, i loro sentimenti saranno travolti, devastati e distrutti, portando alla luce una famiglia tutt’altro che perfetta. Molti segreti verranno rivelati e i risvolti porteranno a radicali cambiamenti nell’ambito familiare. Se fossi stata nei panni di Jenny mi sarei messa ad urlare a tutti quanti. Mi è sembrata il punta spilli di tutta la famiglia, a parte il cane. Finale forse un po’ troppo fantascientifico per l’andamento della storia in sé, tanto da rovinare “quasi” tutta la trama costruita dall’autrice. Scrittura scorrevole e accattivante, nonostante la suddivisione in due piani temporali, che all’inizio della storia può dare un po’ di fastidio. Voto: 6,5 (uno in meno per il finale banale)

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