giovedì 28 luglio 2016

RECENSIONE – Le sette sorelle. Ally nella tempesta vol. 02 di Lucinda Riley



Secondo volume della saga de “Le sette sorelle”. Nel primo capitolo avevamo conosciuto Maia, la sorella maggiore, in questo secondo capitolo conosciamo la storia di Alcyone detta Ally, la secondogenita. Riprendiamo la storia però dalla morte di Pa’ Salt, il padre adottivo di tutte e sei le sorelle (dovrebbero essercene sette, ma per ora della settima nulla si sa). Ricco imprenditore svizzero, ha adottato in giro per il mondo sei bambine, chiamandole ognuna con il nome di una stella delle Pleiadi. Alla sua morte, avvenuta in maniera a dir poco inaspettata, si fa seppellire in mare senza che nessuna delle sue figlie ne sia a conoscenza e possa partecipare alla sua cerimonia funebre e lascia loro una scultura particolare, una pietra armillare,  con delle istruzioni: quelle per scoprire da dove proviene ognuna di loro. Questa è la storia di Alcyone. Ally è una marinaia nata, una skipper che sta per partecipare alle Olimpiadi, e quello che sa lo ha imparato tutto da Pa’ Salt. Quando Pa’ Salt muore, causandole un immenso dolore, lei è in compagnia di quello che considera la sua anima gemella, Theo Falys-Kings, uno skipper come lei, molto famoso. Mentre lei passa giornate memorabili tra amore, coccole, sesso e mare, con il telefono spento, le sue sorelle la cercano in ogni modo, per avvertirla di ciò che sta succedendo a casa. Tornata a casa Ally si sente quasi in colpa, ha sfiorato il funerale marino di Pa’ Salt, ma non lo ha visto. E’ sconvolta per esaudire le volontà del suo padre adottivo, ha voglia solo di abbandonarsi tra le braccia di Theo e ritrovare un po’ di serenità. Ma non sa quello che le sta per succedere, e non sa nemmeno che mettersi alla ricerca delle sue origini sarà la sua ancora di salvezza. Ally entrerà nella vita di Anna Landvik, famosa cantante d’opera norvegese dell’Ottocento, musa di Edvard Grieg. Non sa ancora cosa possa entrarci con lei ed è per questo che intraprenderà un viaggio nella fredda Norvegia, sulle tracce di Anna. Seguiremo così le tracce della famiglia Halvorsen dagli inizi del ‘900 in Norvegia, con la prima messa in scena dell’opera lirica tratta dal Peer Gynt di Ibsen, fino all’invasione nazista della stessa Norvegia. Mentre riuscirà a riordinare le tracce in suo possesso, avrà modo  di riabbracciare una sua vecchia passione, la musica ed il suo flauto. La narrazione della Riley è come al solito suddivisa in due piani temporali, presente e passato. Conosceremo così la storia delle origini di Ally, di Anna Landvik in un viaggio oltre che temporale, attraverso le città europee tra le due guerre mondiali, teatri di intricate passioni e grandi amori. Troverà nuovi amici che l’aiuteranno a scoprire finalmente quale sia il suo destino e quel tassello mancante, per poter proseguire la sua vita in completa serenità. L’autrice riesce con competenza a farci entrare in due mondi completamente diversi tra loro: la musica e la vela. La descrizione dei luoghi è estremamente minuziosa e affascinante. Nonostante la struttura del romanzo sia fedele ai vecchi scritti della Riley, non ci si annoia mai. L’intreccio delle svariate trame è ben costruito e coinvolgente. La fine, ci porta ad aspettare il terzo capitolo con la voglia di scoprire chi sarà la prossima protagonista, ed altri dettagli sul resto della famiglia. Voto: 7/8

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